Arnold Blocklin, Tritone e Nereide, 1895, Firenze, Villa Romana.
Raffaello Sanzio, Trionfo di Galatea, 1512, Villa della Farnesina, Roma
Il Tritone che esce dall'acqua abbraccia la ninfa un tantino riluttante e splendida nella sua bianca nudità. Galatea, al centro del dipinto si trova entro una conchiglia-barca. Da considerare che proprio la conchiglia era uno degli attributi iconografici del Tritone. Nel dipinto della Villa Romana che come altre opere di Blocklin, proprio del tipo degli dei marini, ebbe non poca influenza su altri pittori che guardano ad una reinvenzione della mitologia come De Chirico e Kliger, Il sensuale Tritone è un giovane con i capelli neri che, appena uscito dalle acque, seduce le Nereide allargando le sue gambe-pinne sul ventre della fanciulla-sirena. Se si vedono le accurate scaglie brune delle pinne si pensa alle scaglie del fregio di Istanbul, così curate nella forma geometrica. Sono proprio queste scaglie così ben chiaramente definite a rafforzare la forza sensuale dell'abbraccio e del coito. La Nereide è una ninfa marina, figlia di Nereo e Doride. Le Nereidi erano 50 e le più note erano Galatea, Teti, Anfitrite e Agave. Erano sottomesse al volere di Poseidone e servivano ai naviganti come protezione dalle tempeste e dai naufragi; vivevano in grotte sottomarine con il padre, adorne di conchiglie. Il nome Nereide deriva da Naros ( scorrere ), con riferimento al movimento delle onde del mare. Erano divinità benefiche. La ninfa marina Teti, una nereide, era sposa di Peleo e madre di Achille. Fra gli attributi iconici delle nereidi c'erano le ghirlande di fiori ed il tritone. Nella ceramica greca del VI e VII secolo erano vestite o velate, solo nell'arte ellenistica e romana appaiono nude, come negli acroteri del tempio di Asclepio ad Epidauro. Famoso era il gruppo scopadeo portato a Roma con le Nereidi su cavalli marini del II sec. che fu molto importante come esempio per le sculture posteriori. Nel suo soggiorno napoletano, il pittore aveva visitato gli scavi di Pompei e il Museo Archeologico Nazionale, ma soprattutto si era interessato di zoologia fantastica visitando la Stazione di Zoologia Marina e l'annesso museo, in particolare delle creature ibride della mitologia riproposte o rielaborate da disegni e modelli. Questo interesse gli fu molto utile per le sue opere in cui compaiono Tritoni e Nereidi. Va detto che l'artista è ben lontano da qualsiasi idealismo mitologico, pur evidenziando una considerevole cultura nel campo, grazie alla lettura non solo delle fonti classiche, ma dei mitografi e studiosi del suo tempo. Alla fine del XIX secolo si ha una particolare visione della mitologia, in chiave simbolica e psicanalitica, grazie a Freud, ma soprattutto a Jung , che in direzione contraria a quella di Freud, considerava non l'inconscio individuale, ma quello collettivo in relazione alla personalità degli individui, partendo dalla considerazione che questo inconscio collettivo si manifesta attraverso degli archetipi, idee innate e comuni a tutti gli individui. Gli archetipi, questi prototipi culturali depositati nell' inconscio collettivo ( le tradizioni, i culti, i riti, i miti ),quando si integrano nella coscienza dell'individuo, rivelano la loro costante presenza attraverso immagini simboliche . Ad esempio, l'archetipo dell'acqua, per fare un riferimento ad un elemento costante nella pittura del maestro, è legato alla concezione simbolica della fertilità ed assimilabile ad altri simboli come le cavità, quale quella uterina, oppure, per restare in ambito acquatico marino, la conchiglia. Tanto l'acqua, quanto la conchiglia, sono simboli che appaiono in molti dipinti di Blocklin e sono simboli che rimandano all'archetipo originario, alla Grande Madre e al concetto di fecondità ( le statuine fittili che rappresentano la Grande Madre hanno sempre il ventre gonfio e ricordiamo che la nascita è in genere collegata all'acqua: il bambino nasce nel liquido amniotico, il bambino cristiano è sottoposto al rito iniziatico del battesimo ). A livello simbolico, dunque, fare all'amore nell'acqua, come fanno le due creature acquatiche del Tritone e della Nereide, ha un significato determinato, collegato appunto alla fecondità . Intorno alla fine degli anni '80 del XIX secolo, il pittore realizza diversi paesaggi marini, come Giochi fra le onde, del 1889, della Neue Pinkotheke di Monaco, con figure mitologiche di Tritoni e Nereidi, in cui è evidente la satira anti borghese rivolta ai vizi privati ed alle pubbliche virtù tipica della Germania del suo tempo, della quale si prende in giro l'ossessione erotica da una parte e l'ipocrita moralismo dall'altra.
E' poi il principio della nostalgia per un tempo dell'oro perduto, quando l'uomo viveva in pieno contatto con la natura, liberamente, senza vincoli di alcun tipo ed in cui la sessualità era espressa senza freni inibitori o senza tabù. E' questo periodo ad offrire l'immaginario simbolico al pittore. Nel dipinto qui sopra si vede chiaramente l'accostamento del principio femminile e di quello maschile, al bianco della ninfa acquatica, dal gradevole corpo nudo e dalla apparente ingenua curiosità, ma anche dalla libera disponibilità sessuale, fa riscontro il tritone biondo ( i tedeschi sono in larga misura biondi ) col corpo bruno e la barbetta a punta (come quella del caprone, un attributo iconico del demonio ) e il volto apertamente ilare e l'intenzione chiara della concupiscenza. L'acqua dove la nereide nuota col suo corpo bianco e dove esprime la sua sensuale bellezza in trasparenze, è scura, nerastra, per un aperto contrasto con la pelle della donna. Giunge infoiato alle spalle delle ninfe bianche che guizzano fra le onde un minotauro acquatico barbuto e adiposo. Ma c'è anche un altro interessante dipinto, anzi, vi sono alcuni interessanti dipinti col medesimo soggetto mitologico marino, i tritoni e le ninfe acquatiche.
Il personaggio è una Sirena dalla lunga coda e dai capelli lunghi e rossi che sono rilasciati come rivoli di sangue sulle gambe pinnate. La donna si aggrappa con una mano allo scoglio e ripete lo stesso gesto con l'altra in aria. Sono gesti aggressivi, da strega ( il colore rosso è spesso associato alla morte, alla dissoluzione e alla presenza della strega nuda dai lunghi capelli rossi. E' simbolo del sangue, del demonio, del fuoco che arde e dissolve ogni cosa, dell'eros che brucia ). Le sirene non sono personaggi benevoli, sono le streghe del mare, sono personaggi infidi e pericolosi. Ulisse ne seppe qualcosa! Sono donne dall'enorme fascino e dal canto che addormenta come alito d'oppio, avvolgono nelle loro spire, amano e distruggono l'amato. Nel dipinto la sirena vede nello specchio immobile dell'acqua il suo doppio bianca, cadaverica, immobile, con la testa riversa. E' una donna che vede l'altro se stesso, la sua immagine di morte! Bocklin sapeva di dover parlare per simboli e vibrazioni musicali e di dover raccontare una storia nascosta con l'immagine del mito. Non sempre venne capito nell'Età Vittoriana, ma venne riscoperto con immensa ammirazione dopo. La pittura, diceva, deve riempire di sé l'anima. Se non lo fa. E' solo stupido artigianato.
BIBL: M.Volpi-M.Volpi Orlandini, Bocklin, Art e Dossier, Giunti, 2001. Inq. generale, molto valido
C.Klemm, Arnold Bocklin, I Protagonisti, Locarno, 1995
www Musée d'Orsay. Arnorld Boklin ( 1827-1901 ), un visionario moderno. Eccellente.
www.Arnold Bocklin, Wikypedia
AA.VV. Johakim Burgmaster, L' Arcadia di Arnold Boklin, Omaggio fiorentino,Sillabe, Firenze,2001
wwww. Barbarainwonderart, L'immagionario mitologico di Bocklin.
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