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venerdì 27 dicembre 2013

il quadro più scandaloso


                                                         

                                                         

                                                       IL QUADRO PIU' SCANDALOSO

                          Gustave Coubert, L'Origine del mondo, 1866, Musée d'Orsay, Paris

                                                                   olio su tela, cm 45x65

" L'erotismo può essere oggetto d'indagine solo a patto che, indagando su di esso, si indaghi sull'uomo" Georges Bataille, L'erotismo.




L'origine du monde
Gustave Courbert, L'origine del mondo, 1866, Musée d'Orsay, Paris


                             
         Il crudo realismo di Gustave Courbert, in quest'opera dipinta nel 1866 non lascia spazio all'immaginazione: mostra ciò che è. E trascina lo sguardo ( l'emozione dello sguardo ) dove l'artista vuole che si concentri. Il sesso di donna adulta qui mostrato è probabilmente il sesso più vero e più scandaloso dell'intera storia dell'arte. Nessun artista come Couebert ha osato tanto. Nella casa del primo collezionista, il turco Khalil Bey, che possedeva una collezione interamente dedicata al corpo femminile, il dipinto era coperto da una tenda verde che veniva tirata per mostrarlo alla stupefatta ammirazione dei suoi visitatori intimi. Nella bottega antiquaria parigina dove fu trovato fortunosamente dallo scrittore Edmonde de Gouncourt era coperto da una tavola con un falso dipinto che mostrava un castello e la fama di immagine scandalosa e addirittura pornografica restò persino fino ai tempi nostri quando in Portogallo, nel 2009, la polizia sequestrò tutte le copertine di una rivista che portava l'immagine del quadro.
             
                 La storia dell'Origine  è piuttosto avventurosa, il dipinto fu prima a Parigi nella collezione di Khalil Bey che aveva quadri erotici di Ingres, Manet, Coubert, quando l'eccentrico ottomano si rovinò per debiti di gioco, il dipinto venne prima acquistato da Edmonde Gouncourt, poi dal collezionista ungherese Hatvany che lo portò a Budapest e lo riportò a Parigi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1955 fu acquistato all'asta per 1.5 milioni di franchi dallo psicanalista Lacan che lo portò nella sua casa di campagna che divideva con Sylvia Bataille e per il quale fece realizzare una cornice apposita che serviva a concentrare lo sguardo dello spettatore su ( per usare un famoso titolo di Bunuel ) "quell'oscuro oggetto del desiderio". Morto Lacan lo Stato Francese accettò il quadro come conguaglio per la cospicua tassa di successione che il grande psicanalista avrebbe dovuto versare e venne portato al Museo d'Orsay nel 1995 dove si trova tuttora in una collocazione in verità infelice che non si sa se per senso del pudore o per imperizia del curatore mortifica alquanto la potenza seduttiva del dipinto. Da quello che si sa, ma non vi sono certezze assolute, la modella del dipinto fu Yohanna Huffernen, amante irlandese del pittore americano James Whistler ammiratore di Courbert e forse amante dello stesso pittore che la ritrasse almeno 4 volte, certamente nel famoso Il Sonno o meglio Pigrizia e Lussuria  che è dello stesso 1866 ( probabilmente è la donna con la gamba sollevata che impersona una lussuria lesbica, sdraiata con il braccio abbandonato, il cui nudo è prorompente e di immediato impatto rispetto a quello più incerto e quasi angelico della Pigrizia ).



















          La raffigurazione del corpo nell' Origine è selezionata; il pittore riproduce proprio ciò che vuole comunicare di più: l'organo sessuale e quindi solo le gambe al centro e il ventre sino ai seni ( se ne vede uno, l'altro è coperto dal lenzuolo ). Non hanno importanza altre parti del corpo, men che mai la testa sia pure con bellissimi capelli rosso irlandese e il volto molto bello e sensuale di Yoanna: è un particolare superfluo, estraneo alla sensualità, tutta concentrata sull'organo sessuale che qui non ha nulla di materno o riproduttivo, come vorrebbe alludere il titolo che è di certo ironico e quanto meno straniante. Qui si mostra un organo pronto per un accoppiamento come si evidenzia dalla pelle tirata verso il pube che caratterizza la tensione erotica dell'attesa della penetrazione. La pelle della donna ha qui una colorazione rosea tenue, di tipo veneziano ( più Tiziano che Veronese, ma anche Giorgione e Correggio ) ed un ombelico centrale che rimanda ancora allo studio anatomico del nudo dei grandi veneti e si rimanda alla notissima Venere di Urbino di Tiziano.

Venere dormiente
Giorgione di Castelfranco, con Tiziano,  Venere dormiente,  1507-1510 ,Gemaldegalerie Alte Meister, Dresda 


Venere di Urbino
Tiziano Vecellio, Venere di Urbino, 1538, Firenze,  Galleria degli Uffizi
                                                                                           

          La grande sconvolgente novità di Courbert non è nella rappresentazione pubica che è generalmente vista ad una altezza superiore dello sguardo e di regola o dall'alto o di taglio o frontalmente con il nudo in piedi: un triangolo in genere anche geometricamente perfetto come appunto nella Venere poc'anzi detta; il colore in genere è rosato quasi privo di peluria ( un fatto, peraltro, abbastanza comune, per ragioni igieniche, operato dalle prostitute ), in certi casi quasi indistinto e confuso con l'incarnato. Ancora Ingres, che pure è spesso attratto dall'universo femminile, realizza nudi indistinti senza un particolare realismo genitale, visti attraverso un tondo, una specie di spioncino che spinge lo sguardo, il voyerismo del pittore ( ma anche indirettamente dello spettatore del dipinto ) dentro un bagno turco che è solo un ammasso di corpi nudi femminili.

Auguste Domenique Ingres, Il bagno Turco,  1862, Paris, Musée du Louvre

                               
              Nell' Origine, non c'è un voyerismo, l'inquadratura è bassa, il pittore scende sotto il pube a rappresentare la vulva, ad indicare attraverso la feritoia angolare schiacciata in basso dalla pressione delle natiche sul lenzuolo,  il centro del piacere sessuale: altro che luogo della riproduzione ( al quale allude solo secondariamente il titolo ) e appunto altro che origine genitale dell'umanità! A voler sottolineare, senza alcuna pruderie, in alto la feritoia si apre mostrando una piccolissima parte dell'interiorità genitale, indicando una pratica  consumata del sesso da parte di una donna se non di vita almeno di mondo. Non vi è dunque qui un sesso raccontato sub specie mitologica come in Giulio Romano o in Agostino Carracci, dove al più si evidenziano posizioni complesse e spesso ardue o addirittura acrobatiche usate proprio con l'intenzione di confondere, nascondere, velare, moralizzare, proiettando la realtà dell'accoppiamento nel passato mitico del paganesimo, quindi lontano dalla vigente età cristiana, ma un sesso nella sua cruda realtà pre-operativa e per di più ( usando un linguaggio cinematografico ) in Primissimo Piano. Certo c' è anche una visione più esplicita e realistica dell'erotismo e dei sessi maschili e femminili, apertamente pornografica anche nel passato, come nei Modi di Giulio Romano incisi da Marcantonio Raimondi nel 1524 e successivamente nel'27 , e descritti dopo la prima edizione, nei Sonetti lussuriosi di Pietro Aretino che accompagnavano l'edizione successiva e che portarono l'incisore in prigione.

File:I modi raimondi.JPG
Marcantonio Raimondi, I modi, 1524c, British Museum, London
O ancora come nelle incisioni degli Amori degli dei di Agostino Carracci, in cui la figurazione è esplicitamente pornografica.


File:Carracci Jupiter et Junon.jpg
Forse Agostino Carracci, incisione de Gli Amori degli dei, inizio sec.XVII 


Ma qui il sesso pur se così esplicito è ancora esagerato ed acrobatico, in una parola lontano dalla realtà e i sessi sono visti in un modo non propriamente aderente alla natura, ma appunto idealizzati e proiettati nella figurazione mitologica.
                   Nella figurazione mitologica rinascimentale aveva più spazio la rappresentazione anche erotica del sesso maschile ( era più tollerata ). C'è un affresco di Giulio Romano nella Sala di Psiche di Palazzo Te a Mantova, nella partitura superiore della parete lunga in cui Federico II nudo in veste di Giove, esibisce un fallum in erezione con un considerevole realismo figurativo, sia pure attraverso il mascheramento mitologico.


Giulio Romano, Federico II Gonzaga in veste di Giove,  Mantova, Sala di Psiche


Ma il sesso femminile no; non ha la stessa attenzione e non l'ha neanche nei dipinti libertini del Settecento ( ovviamente lasciamo fuori le incisioni erotiche che non avevano carattere pubblico, ma solo strettamente privato ) e nelle figurazioni realistiche dell'Ottocento. Un carattere esotico dove la carnalità è un po'incasellata o incorniciata nel drappo bleu, ma che comunque domina attraverso la posa erotica è nell'Odalisque, 1749 di François Boucher, in cui non si mostra l'organo genitale, ma il suo esatto opposto che è evidenziato in una posa molto erotica in maliziosa offerta all'osservatore. Questo dipinto che certamente può comunque rientrare in un'ideale Galerie di quadri a soggetto erotico, ha una carica sensuale non molto diversa. Ma ancora non è il particolare sessuale ( il posteriore e le carnose natiche ) a colpire lo sguardo, ma è la posa dell'Odalisca. Solo nell'Origine invece, abbiamo un particolare che è tutto il centro dell'attenzione dello sguardo.    


François Boucher, L'Odalisca, 1749, Musée di Louvre, Paris 
                                                                                   
                Lo stesso Boucher , con Ercole ed Onfale  , del 1753, aveva, sia pure dietro il travestimento mitologico,  tentato di dare corpo all'immaginario proibito del libertinismo settecentesco con una figurazione che fece scandalo fra i ben pensanti del tempo : Onfale nuda sul letto ha una posa sfrontata con la gamba sulle gambe del nudo Ercole, con il braccio che si insinua in quello dell'eroe e con un bacio appassionato e profondo ( alla francese ) goduto appieno da entrambi ad occhi chiusi. Anche qui, però i sessi di entrambi sono coperti dal drappo bianco.

François Boucher, Ercole ed Onfale, Mosca, Museo Puskin
Intorno al 1840, il pittore Peter Johann Nepomunk, aveva realizzato una serie di acquerelli erotici molto espliciti ed osceni, ma avevano un carattere privato e una circolazione limitata. Specialisti del nudo, ma puramente accademico, erano stati i pompiers parigini, come Delaroche e Cabanel, che avevano sviluppato immagini idealizzate e sempre nel solco dell'immaginario mitologico, con inquadrature distanti, dove il sesso femminile si perde in una stucchevole raffinatezza.



                                                                                          Alexander Cabanel, La nascita di Venere, 1863

 
Un definitivo scollamento dall'immagine mitologica per la rappresentazione dell'eros, che avrà influenza su Courbert, lo abbiamo nell' Olympia, del 1863; Manet aveva dipinto una donna certamente molto sensuale, non un'immagine mitologica , bensì un'immagine diciamo così nascosta, vista nell'intimità di una camera da letto di un bordello, con una cortigiana nuda ( che lo sia basta soprattutto il nastrino al collo che era tipico delle prostitute parigine ) che certo copre pudicamente il pube ( quasi come la Venere di Urbino di Tiziano alla quale si ispira ) , ma che ha una posa sfrontata, audace, offerta allo sguardo di un fruitore borghese e magari frequentatore di case chiuse, che ne viene emotivamente coinvolto.
Olympia
Eduart Manet,  Olympia, 1863, Musée d'Orsay, Paris

         Courbert aveva ben appreso la novità di Manet ed era andato oltre nel realismo erotico, esasperandolo al suo massimo grado e giungendo ad osare molto oltre ciò che sino ad allora si era osato ( ancora oggi la pittura figurativa erotica che non sia quella privata delle litografie, ha in questa immagine uno straordinario unicum di   perfezione formale e di carica erotica allo stesso tempo) . Egli sviluppa un dettaglio molto curato che è evidenziato da due colori ( il nero pubico sul Monte di Venere e il rosa della vulva che scivola in basso dalla  piega ondulare ). Si è detto a voler dare un valore semantico al titolo ( ma lo ritengo personalmente ironico e non un indice antropologico ) che l'assenza del volto serve a rendere anonimo il corpo, che non è il corpo di una donna, ma della donna e dunque il suo sesso sarebbe il sesso, l' organo riproduttivo da cui è nata l'umanità. E' una possibilità; tuttavia sono di altro avviso, come ho detto prima il volto non c'entra, perché qui si vuole rappresentare solo il sesso femminile nella sua cruda ed unica realtà oggettuale e nelle sua grande funzionalità erotica.  Georges Bataille ( curiosamente il primo marito di Sylvia Bataille, moglie di Lacan che possedeva l'Origine ) afferma che l'erotismo "si definisce attraverso l'indipendenza della riproduzione" e del " godimento come fine , cioè il godimento" da mezzo diventa fine " ( 1951,14 ).

            A mio avviso proprio ciò che, forse, al di là dell'apparenza e del fuorviante titolo, il pittore voleva mostrare ( e da qui, chissà, anche il fatto di nasconderla, di velarla, di vederla solo in privato, in quanto tutto faceva venire alla mente degli spettatori, tranne la riproduzione! ). Naturalmente non si nega che si tratta di una interpretazione discutibile, però Courbert già aveva distinto ai suoi tempi la moralità  dall' estetica, nel senso che può certo esistere un'estetica autonoma e immorale o scandalosa e che soprattutto non sia necessario intervenire sulla realtà per moralizzarla, ma che la realtà ( come molti realisti avevano già mostrato e come lo stesso Courbert farà in altri ambiti realistici, si pensi allo Spaccapietre del 1849 già a Dresda, distrutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale ) andava mostrata così com'è, come faranno i naturalisti in letteratura e Zola in primis. E' per questo, dunque, che l'operazione rivoluzionaria di Coubert andava oltre gli steccati comuni delle regole e della tradizione e, magari, scandalizzando, si inseriva in modo prepotente nel mondo dell'arte figurativa restando nel suo genere un vero e proprio unicum.

            Si racconta che Lacan quando ospitava nella sua villa di campagna un ristretto numero di amici, li conduceva in uno stanzino dove c'era sul fondo una tenda verde, egli scostava la tenda e mostrava all'improvviso, alla luce della stanza, l'Origine entro la sua particolare cornice senza vetro e si metteva da una parte ad osservare le reazioni ora stupefatte, ora imbarazzate, ora rapite, ora coinvolte, dei suoi amici, affermando che per uno psicanalista niente era più interessante. E' facile pensare che qualcuno degli ospiti del grande psicanalista sarebbe anche potuto restare vittima della Sindrome di Stendhal, rimanere patologicamente colpito dal fascino del bello, di un bello speciale e ancora più coinvolgente, del bello-erotico di un atto o di un coinvolgimento, il bello dell'oggetto femminile dell'eros non meramente rappresentato come in una fotografia che lo riproduce nella sua realtà naturale, ma dell'oggetto come è visto nella mente di chi vuole possederlo: l'Origine è innanzitutto l'immagine di un desiderio . 


Spettatori in visita all'Origine del mondo di Courbert al Musée d'Orsay

               Ultimamente sui giornali ( lo scoop e di Paris Match ) ed in internet è girata la voce che un antiquario parigino avrebbe venduto per 1400 euro ad un certo John...( è noto solo il nome perché il possessore del dipinto vuole essere anonimo ) un quadretto che mostra il volto di una donna  con i capelli scuri che doveva giacere in un letto con la testa riversa ed un'espressione di evidente partecipazione erotica. Il quadretto, in una cornice di legno dorato, mostra una tela che doveva essere stata tagliata poco sotto il collo e che quindi si riferiva ad un intero corpo nudo. Non vi è firma, ma solo un timbro che rimanda ad un fornitore di materiali artistici che aveva bottega a Parigi dal 1858 al 1869, un certo Deforge-Carpentier. In base a questo o altri indizi gli esperti della Compagnia Nazionale degli esperti specializzati in opere d'arte ( CNE ) di Parigi, pensano che si tratti del ritrattista mondano Carolus-Durant, discreto pittore amico di Manet; ma l'esperta del pittore, Sylvie Brame, rigetta immediatamente l'ipotesi, ma fa un clamoroso nome possibile: Gustave Coubert. John preso da un'ansia compulsiva di fronte a quel nome così importante, fa ricerche su ricerche e una notte insonne, dopo aver passato in rassegna tutte le possibili ipotesi gli viene un sospetto: che il volto non faccia parte di un corpo smembrato il cui pezzo di mezzo è il quadro più scandaloso del mondo e si trova al Musée d'Orsay? Insomma, che L'origine del mondo avesse, insomma, non solo una parte, ma un corpo e un volto? Le proporzioni, del resto potrebbero corrispondere: 33x41 la parte superiore con la testa e 46x55 la parte inferiore con l'Origine. John, entusiasta, si rivolge per una conferma definitiva al più grande esperto vivente di Coubert, Jean Jacques Fernier, autore di un importante catalogo ragionato dell'artista. Fernier conferma e la testa, assegnata a Coubert e soprattutto vista nell'insieme di un corpo e di una parte universalmente famosa, fa schizzare la valutazione possibile dell'opera ad oltre 40 milioni di euro. 

origine del mondo
La copertina di Paris Match che in fotomontaggio mostra il volto e l'Origine del Mondo
         
Dopo una così autorevole conferma, però, iniziano i dubbi. Le due opere sembrano essere estranee l'una all'altra e una possibile ricostruzione non confermerebbe il rapporto fra la testa e il resto. Inoltre l'incarnato magnifico di Coubert non si ritroverebbe nella testa e, infine, il volto della donna non confermerebbe la somiglianza con la sicura modella irlandese del pittore e sua amante, Yoanna Hoffenan, riconoscibile in altre tele, ad esempio nella tela Ritratto di Jo, donna d'Irlanda, del 1866 e nel più grande e scandaloso  dipinto, Pigrizia e Lussuria ( o Il sonno ), del 1866 . come si può vedere la modella in entrambe le opere ha i capelli chiari e ondulati, rossi o biondastri, mentre nell'opera ritrovata i capelli sono neri. 



File:Gustave Courbet - Jo, la belle Irlandaise (MET-Museum).jpg
Gustave Coubert, Ritratto di Yo, La belle irlandaise, 1863



Gustave Coubert, Pigrizia e Lussuria ( o Il sonno ), 1863, Le Graind Palais, Paris

               Il mercante d'arte Hubert Duchem, parla espicitamente di "bufala" perché " nulla dello stile e del tocco allegro di Coubert" si riscontra in un volto che è completamente diverso. L'idea che il committente turco dell' Origine avesse tagliato una tela intera che doveva mostrare un corpo ricavandone dei"quadretti"da portare agevolmente con sé nella sua casa-museo di Istanbul dove aveva una ricchissima raccolta di soggetti erotici, non è dimostrabile da alcun documento e, infine, tanto Marcel Duchamp testimone della prima esposizione dell'opera, quanto i documenti conservati nella biblioteca del Louvre dimostrano che il dipinto è sempre stato senza testa. Dunque la testa non è quella dell' Origine  anche se si tratta di un'opera di Coubert ? In attesa di altri esami non ci si può esprimere, ma il sospetto che si sia voluto screditare o ridimensionare il dipinto più scandaloso del mondo c'è. Anche se resta un dubbio: sul bordo inferiore del dipinto della testa si vede il merletto della camicia da notte. Dunque anche qui la camicia da notte era sollevata come quella del corpo dell'Origine? E però, come mai il bordo della testa non   combacia
con il bordo dell'Origine? E poi. Nell'Origine ad essere sollevata è una camicia o un lenzuolo? Ed ancora, se vediamo con attenzione il Volto e l'Origine, notiamo come il busto dell' Origine sia voltato leggermente a destra, mentre il volto è girato leggermente a sinistra. Un pittore così attento alla resa realistica dei particolari e dell'insieme come Coubert, si sarebbe mai sbagliato? Fernier, pensando al corpo di Yoanna immagina che la donna abbia, come mostrato dal disegno qui sotto, le braccia allargate a dimostrare la pienezza del suo essere. Ma cosa autorizza a credere che la donna avesse le braccia fuori e che le avesse aperte? Possiamo dire, infine, che ancora una volta, l'Origine ha fatto scandalo, ha fatto parlare di sé con la sua pseudo-testa; ma sempre, di certo, farà parlare di sé e catturerà quella che Lacan chiamava " l'appetito dell'occhio". Nella sua casa parigina, come già detto, il grande psicanalista teneva il dipinto di Coubert ben nascosto e lo svelava con accuratezza ai suoi ospiti per vedere le loro reazioni: " C'è un aspetto nell'appetito di chi guarda" scrive, un aspetto che in realtà è "meno elevato di quanto si supponga", l'aspetto di quella che è la vera funzione dello sguardo e dell'occhio: " l'occhio pieno di voracità, che è l'occhio malvagio" .          
                           

   
Sull'opera : Thierry Savatier, Coubert e l'origine del mondo. Storia di un quadro scandaloso, Milano, Medusa, 2008. M. Fried, Le réalisme de Coubert, Paris, 1993; Jean Jacques Fernier, Coubert, Art e Dossier, 99, 1995. Jean Jacques Fernier, Coubert, Catalogo ragionato dell'opera, Paris, 1978, vol. I e II e III, 2012. L'opera completa di Coubert, a c.di P. Courthion, Milano, Rizzoli, 1985. Brunella Schisa, L'origine del mondo. Ma il sesso e la testa ancora non combaciano, Venerdì di Repubblica, 29/3/2013,p.110. L'Unità, 7/12/2013; www. brogi. blog. Info. 2013; Paris Match, 7/02/2013. www. TM. News. it. 2013. www.Ginodigrazia.altervista.org. Georges Bataille, L'erotismo, Biblioteca dell'Eros, Milano, 1997. Esiste un film sull'Origine del mondo : Jean Paul Fargier, L'origine du monde, 1996, 26'.


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