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venerdì 6 dicembre 2013

La Vergine e il Gatto

                                                       LA VERGINE E IL GATTO

                                                                   Lorenzo Lotto

                                                            ANNUNCIAZIONE

"Aveva nello sguardo chiaro e sicuramente azzurro quella sorta di volizione proterva,pressoché isterica,di che un pittore delle Marche s'era studiato ( e compiaciuto ) perfezionare le note fisiognomiche naturali dei celesti volatili: quando li incaricava di certe ambasciate un po'scabrose"

Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana , Milano,Garzanti,2000 ( 1957 ) 

Lorenzo Lotto, Annunciazione, 1532c, Collezione di Villa Colloredo Mells, Recanati

Lorenzo Lotto, Annunciazione,  1532c, Villa Colloredo Mels, Recanati



Il dipinto del Lotto ha un carattere iconografico di considerevole modernità rispetto alla tradizione: il pittore qui vuole innovare con una chiave personale che è frutto della sua cultura figurativa che deve debiti a Tiziano innanzitutto, ma anche all'Andrea Sansovino del Sacello della Santa Casa di Loreto. Vediamo di leggere quest'opera da un punto di vista iconografico ed iconologico. Innanzitutto lo schema pittorico che qui ( rispetto a chi guarda di fronte ) è invertito: l'Arcangelo Gabriele, infatti, è tradizionalmente a sinistra, mentre la Madonna è a destra. Guardiamo, ad esempio, l'Annunciazione dorata di Simone Martini agli Uffizi del 1333:

File:Simone Martini 078.jpg
Simone Martini, Annunciazione, 1333, Galleria degli Uffizi, Firenze
Lo schema è molto antico, lo possiamo vedere sia nelle Catacombe di Priscilla e dei SS. Pietro e Marcellino a Roma sia, come derivazione bizantina, diffuso in area italiana a Roma intorno al 430, nell'abside di S. Maria Maggiore con il mosaico di Jacopo Torriti e in S. Maria in Trastevere con quello di Pietro Cavallini.

Petrus Cavallini, Annunciazione, mosaico, S. Maria in Trastevere, Roma

In queste prime rappresentazioni la Vergine è seduta in trono con vesti auree, come nel fronte dell'Arco Trionfale in S. Maria Maggiore. Il dualismo sinistra-destra è piuttosto complesso e ambiguo, comunque la destra ha carattere genericamente positivo, nell'iconografia del Giudizio Universale il posto dei Buoni è sempre quello di destra e il Cristo Resuscitato siete alla destra di Dio, mentre nell'iconografia della Crocefissione, il posto del Buon Ladrone è alla destra di Cristo. Detto questo la posizione può anche dipendere da esigenze di ordine tecnico, luministico, infatti, una variazione, con la Vergine a sinistra e l'angelo a destra è nel dipinto della Galleria Doria Pamphili a Roma attribuito a Filippo Lippi:

Filippo Lippi, Annunciazione, 1445-1450 Galleria Doria Pamphili, Roma

Un altro aspetto di diversità sta nel fatto che la Vergine Maria non è seduta come nella maggior parte delle raffigurazioni dell'Annunciazione, bensì è in ginocchio. Non si tratta però di una novità in assoluto, in quanto questa posa iconografica è già presente in precedenza, ad esempio nell'Angelico, nella III cella del Convento di S. Marco. La localizzazione dell'episodio è, nelle scene di maggiore caratterizzazione  realistica,

Beato Angelico, Annunciazione, affresco, III Cella Convento di S. Marco, Firenze
esterna o interna ; qui l'Angelico l'ambienta nella stessa cella, a volte, però in un'altra Annunciazione, la scena è ambientata in un Loggiato. Se ci rifacciamo alle fonti (Mt.,1, 18-25;Lc1,26-38 ) la visita dell'Angelo Gabriele avviene genericamente in  casa di Maria. Tuttavia nei vangeli apocrifi come il Protovangelo di Giacomo lo Pseudo Matteo e il Vangelo Armeno dell'Infanzia si parla anche dell'esterno. Per la precisione nel Vangelo Armeno dell'Infanzia l'Arcangelo Gabriele appare due volte: una prima volta in esterno, in un giardino presso una fonte o un pozzo dove Maria è andata per attingere l'acqua, ed una seconda volta all'interno della camera di Maria. Gli autori rinascimentali privilegiano anche una soluzione ibrida : la scena mostra tanto l'interno che l'esterno. Così, ad esempio nell'Annunciazione  dell'Angelico nel Corridoio Nord del Convento di S. Marco a Firenze. Come possiamo vedere il giardino rigoglioso esterno al Loggiato è chiuso da un'alta staccionata. Si tratta di un topos rinascimentale, di un hortus conclusus , che simbolicamente rimanda alla perfezione del Paradiso Terrestre, un luogo inviolato, intatto, perennemente segnato dalla Grazia di Dio che a sua volta rimanda alla verginità stessa di Maria, alla sua inviolabilità e al suo stato di Grazia.  La staccionata che ben cela e conserva intatto il giardino rigoglioso è  infatti  un'allusione simbolica all'intangibilità e verginità di Maria.


Beato Angelico,  Annunciazione, 1438-46Corridoio Nord del Convento di San Marco, Firenze
 
               Il giardino lo vediamo anche meglio nell'Annunciazione di Filippino Lippi all'Accademia di Firenze, attraverso la triplice arcata di fondo che mostra un giardino chiuso da un muretto che separa la stanza della Vergine dallo spazio naturale idilliaco, dal locus amoenus. Allo stesso modo l'hortus si trova al di là della loggia che si apre dopo l'arcata della stanza nell'opera di Lorenzo Lotto in questione e mostra un giardino perfetto, isolato e chiuso tanto dall'arcata tripartita, quanto dal muretto in basso . A livello spaziale va anche notato come i personaggi della scena dell'Annunciazione  vengano collocati dal pittore  in una posizione determinata come spazio della Madonna e spazio dell'Angelo . In queste due tavole, soprattutto quella di sopra dell'Angelico è l'arcata   che   determina  la posizione inquadrando il personaggio sul davanti


File:Filippino, annunciazione.jpg
Filippino Lippi e Maestro della Natività di Washington, Annunciazione, c.1471, Galleria dell'Accademia,Firenze
come nell'Angelico o, sul di dietro, come in Filippino. Ma soprattutto, a livello spaziale, è un determinato oggetto che contiene il personaggio, una pedana-leggìo o una pedana-cattedra in cui la Vergine è collocata; così anche nel dipinto del Lotto, la cui pedana è abbastanza simile a questa qui sopra di Filippino Lippi; l'unica differenza, però sostanziale, consiste nel fatto che in Lorenzo Lotto la pedana-leggìo  è    girata




Lorenzo Lotto, Annunciazione,  1532c, Villa Colloredo Mels, Recanati




  
posteriormente verso lo spettatore ed occupata di spalle dalla Madonna che originalmente è a fronte dello spettatore, mentre in Filippino la pedana-leggìo è posta di profilo e così lo è la posizione della Vergine. Queste pedane che determinano, circoscrivono lo spazio di azione del personaggio, sono di derivazione teatrale, si tratta infatti di luoghi-deputati  , costruzioni sceniche che venivano collocate e spostate durante le Sacre Rappresentazioni negli Oratori e nelle Chiese ( per un chiaro riferimento a Lorenzo Lotto basta vedere gli affreschi dell'Oratorio Suardi di Trescore a Bergamo ). La pittura medievale aveva ripreso questi oggetti plastici e li aveva inseriti spesso come persistenze ambientali , secondo la definizione di Carlo Ragghianti, di modo che potessero assumere posizioni diverse, stessi oggetti in più scene dipinte o nella stessa scena dipinta. Francastel del resto aveva stabilito molto bene le dipendenze della pittura dal teatro precisando come proprio nel XV secolo gran parte dell'attrezzeria teatrale trova nuova vita proprio nella figurazione pittorica. Un esempio lo è l'Annunciazione di Giotto a Padova, caratterizzata, per la posizione dell'Arcangelo e di Maria, da pedane costruite, con ambienti aperti e tendaggi. Questi aspetti ebbero una lunga durata nella tradizione pittorica anche oltre il Quattrocento, come gli affreschi dell'Oratorio Suardi di Trescore a Bergamo, che sono del 1524, testimoniano.
  
Giotto, Annunciazione, Vergine, Padova, Cappella degli Scrovegni
Giotto, Annunciazione, Arcangelo, Padova, Cappella degli Scrovegni 
                                                                            





Veniamo ora alla dialettica gestuale e mimica fra l'Arcangelo Gabriele e Maria Vergine.   La fonte  evangelica di Luca, racconta che l'Arcangelo Gabriele si presentò a Maria nella sua stanza,  nell'ora di massima luce, a mezzogiorno, a Nazareth. La città della nascita di Cristo significa fiore e, secondo la Legenda Aurea ciò ha un preciso significato come diceva S. Bernando, in quanto solo nella città del fiore poteva nascere un fiore, cioè Gesù, nel mese dei fiori, cioè la primavera ( convenzionalmente l'Annunciazione è celebrata il 25 marzo ) . Il richiamo simbolico al fiore è raffigurato dall'Arcangelo che porta il giglio che è anche simbolo della purezza virginale di Maria ( talvolta i gigli sono tre, oppure Gabriele porta un giglio con tre germogli che hanno un triplice significato simbolico: Maria è tre volte vergine: ante partum, in partu, post partum ) . Dunque l'Arcangelo incontra e saluta Maria :" Ti saluto o piena di grazia, il Signore è con te" . Maria resta turbata da un simile annuncio che non riusciva a comprendere e ne provava vergogna. Allora l'Arcangelo la conforta : "  Non temere, Maria,perché hai trovato grazia presso Dio.Ecco concepirai un figlio,lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". A questo punto Maria si chiede come è possibile per lei concepire un figlio se non ha mai "conosciuto uomo" , cioè si è mai congiunta sessualmente con esso. L'Arcangelo allora spiega che lo Spirito Santo scenderà su di lei e " stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo". Dopo aver richiamato l'esempio di Elisabetta, parente della Vergine, che concepì un figlio in età non fertile per dire che a Dio nulla è impossibile Luca dà di nuovo la parola a Maria:" Eccomi-risponde-sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E' importante ora considerare la reazione di Maria che nell'opera del Lotto presenta una posizione non propriamente usuale, è a fronte dello spettatore, una soluzione che il pittore aveva ripreso dall'Annunciazione Malchiostro di Tiziano, nel Duomo di Treviso.

File:Tiziano, annunciazione malchiostro 00.jpg
Tiziano Vecellio, Annunciazione Malchiostro, 1520, Duomo, Treviso



In entrambe le Vergini la posizione frontale permette al fruitore di vedere centralmente e in luce il gesto significante. Ora questo gesto può rappresentare una sola delle condizioni della conversazione fra l'Arcangelo e Maria. Secondo fra Roberto Caracciolo da Lecce, ripreso dal Baxandall, le condizioni della" angelica confabulatione" sono cinque:" la prima si chiama conturbatione . Maria, cioè si conturbò e non tanto per l'apparizione angelica, dato che secondo tradizione letteraria era abituata a vedere angeli, così anche nella Legenda aurea, quanto: per quella alta e magna"salutatione". La seconda si chiama salutatione .Dove si può vedere la prudentia di Maria che viene subito però confortata dall'angelo quando la chiama piena di grazia . La terza condizione è la interrogatione : la Madonna chiede all'angelo come sia possibile per lei concepire se ancora non ha conosciuto uomo ( nel linguaggio semitico, ancora non ha avuto rapporti sessuali ). La quarta condizione è la humiliatione, Maria non sa con quali parole, espressioni, gesti, può esprimere il suo imbarazzo e la sua vergogna per un tale messaggio divino" e abassando la testa disse: Eccomi ancilla del Signore. Non disse donna: non disse regina:o profonda humilità:o mansuetudine inaudita.Eccomi disse schiava e serva del mio signore...Sia facto in me secondo la tua parola"  La quinta condizione si chiama meritatione " E dicte quelle parole l'angelo si partì. E la vergine benigna subito hebbe Christo dio incarnato nel suo ventre " ( Baxandall,1978,pp.61-62 ). Come afferma Baxandall la maggior parte delle Annunciazioni del Quattrocento o sono di conturbatione o sono di humiliatione . Il porre la mano sul petto, esattamente sul cuore, è un gesto di humiliatione; allo stesso modo lo è incrociare entrambe le mani sul petto come nell'Annunciazione della Cella del Convento di S. Marco dell'Angelico. Nell'opera del Lotto, però, la Vergine ha un gesto di conturbatione, si turba, si schermisce, mette le mani avanti quasi a respingere quell'insolito e maestoso e per lei conturbante saluto fatto da un angelo che arriva trafelato, non meno preoccupato della missione che sta per compiere, con i capelli ancora sconvolti dal vento generato dalla precipitazione con la quale è piombato in casa di Maria . La Vergine ha un aspetto modesto, di ragazza di campagna che sembra appena tornata dall'orto o dalla campagna per pregare, quando riceve improvvisamente il messaggio divino. Vediamo in un ingrandimento del particolare della Vergine a mezza figura proprio questo aspetto che caratterizza il personaggio.

Lorenzo Lotto, Annunciazione, Maria, Part.
La posizione della Vergine qui è statica, tutta tesa a sottolineare nel silenzio e nello sguardo rivolto all'insù e nelle palme aperte, il senso di remissione e di turbamento insieme; il gesto del turbamento è rinvenibile, ma con una posizione dinamica nella torsione del corpo e nel movimento delle mani aperte, nell'Annunciazione detta di Cestello, di Sandro Botticelli agli Uffizi, che rimanda al 1489 o '90. Il turbamento, sottolineato dagli occhi chiusi, dal viso piegato da un lato, dallo scarto laterale del corpo e delle gambe, dall'avanzare le mani

Sandro Filipepi detto Botticelli, Annunciazione,1490c, Galleria degli Uffizi, Firenze 
a palme aperte verso l'Angelo e l'Annuncio ( la mano della Vergine ripete in senso contrario il gesto dell'Angelo: se questo porta la parola di Dio, Maria se ne sente colpita, ed è come se la respingesse ). Come vediamo da questo dipinto Maria ha un equilibrio precario; ritraendosi sembra quasi che possa scivolare. In effetti può anche capitare che la conturbazione possa provocare un tale smarrimento, un'improvvisa paura, che la Vergine debba doversi sostenere per non cadere. L'immagine che di questo smarrimento dà Carlo Braccesco o Carlo da Milano, mostra una Vergine che si sorregge ad una colonna spaventata e solleva una mano verso l'Angelo in volo come ad allontanare il messaggio appena lanciato; ma è addirittura sconvolgente la rarissima immagine di conturbazione che vediamo in una sinopia scoperta nel 1966 nelle chiesa di Montesepi, in cui     possiamo vedere una Vergine caduta in terra e abbracciata alla colonna ( la colonna in genere simboleggia  la  Chiesa ) che mostra tutto il suo spavento ed è costretta a tenersi per non svenire.


Carlo Braccesco, Trittico dell'Annunciazione, 1490, Musée du Louvre, Paris
Ambrogio Lorenzetti, Sinopia dell'Annunciazione, Eremo di Montesepi
Si tratta di due casi di estremizzazione ( specie il secondo ) del turbamento della Madonna che rivelano come  il messaggio in sé abbia un'efficacia potente nello sconvolgere la quotidianeità domestica della Vergine. Un senso di smarrimento più forte di quello dell'Annunciazione di Recanati, lo abbiamo, del resto, anche nella Vergine Annunciata del Trittico staccato di Jesi. Qui le braccia sono più larghe, il movimento di torsione è all'indietro, come se la Vergine avesse ricevuto una spinta poderosa, una folata di vento,  contrapposta a quella in avanti dell'Arcangelo Gabriele che è  mostrata dall'altra tavoletta.


Lorenzo Lotto - Angelo Annunciante e Vergine Annunciata(1525;ol./tv.cm. 82x42; Pinacoteca Civica di Jesi)
Lorenzo Lotto, Angelo Annunciante e Vergine Annunciata,
Tavolette staccate del Trittico di Jesi  

La scena di conturbatione, avviene nella stanza modesta, ma ordinata, di una vergine di campagna, non però di umile condizione. Nel dipinto di Lorenzo Lotto a Recanati possiamo infatti vedere una stanza semplice,ma particolarmente curata con arredo di dettagliato realismo di ascendenza fiamminga ( si è fatto il nome di Dirk Bouts e proprio della sua Annunciazione ), con un letto a baldacchino con cortine verdi ripiegate, lo scaffale sul fondo che presenta oggetti di natura morta, un candelabro monobraccio, un calamaio, dei libri ( indici dell'attività dello scrivere che, come il leggere, è attribuita dalle fonti apocrife alla Vergine ); in basso, su di uno sgabello, è una clessidra ( indica simbolicamente lo scorrere del tempo, ma è anche un invito alla moderazione, affinché il tempo non venga sprecato nelle cose dissolute, ma solo in quelle virtuose ); sull'appendiabito vi è della biancheria ( il bianco è indice simbolico della virtù virginale di Maria ), una cuffia e una specie di asciugamani. Tutto ha un ordine perfetto non diversamente dall'ordine del giardino che si vede dietro l'arcata. Sono l'ordine e la perfezione pertinenti alla Vergine e che l'Angelo che arriva trafelato viene a scuotere con le parole dell'ordine divino. Nel dipinto, come in molte annunciazioni è presente l'immagine di Dio. L'Eterno appare fra le nubi a destra in alto del riguardante, sotto il tetto della loggia, in abito rosso che richiama il rosso della veste di Maria ( il colore indica simbolicamente la passione ed il sacrificio che faranno parte della vita del nascituro ), con volto barbuto e con atteggiamento gestuale di invio del raggio divino. Soffermiamoci su questo aspetto per sottolineare alcuni aspetti. Maria non può essere deflorata, quindi non può subire alcuna penetrazione, pertanto anche il raggio non può essere indirizzato verso il suo sesso. In genere il raggio è invece indirizzato verso l'orecchio della Vergine: essa è fecondata dalla luce sacra dello Spirito Santo sprigionata dalla voce divina ( il verbo si fece carne ), attraverso il medium dell' Arcangelo Gabriele ( si veda la miniatura nell'Evangelario di Gengebach, del XII sec.,della Biblioteca di Stoccarda, nell'Iconografia di Shiller,1966,fig.92 ) Questo aspetto è ben sviluppato nel Medioevo, ad esempio nell'Annunciazione che vediamo qui su, di Ambrogio Lorenzetti, dove il raggio è accompagnato dalle parole dell'Angelo che sono scritte sul fondo dorato. Possiamo vedere un  risultato di questo tipo, molto interessante, nell'Annunciazione al museo del Prado del Beato Angelico, dove    il raggio luminoso che viene inviato dalla mano di Dio, giunge all'altezza dell'orecchio della Vergine.

File:Angelico, prado.jpg
Beato Angelico, Annunciazione, 1435c, Museo del Prado, Madrid



In questa Annunciazione possiamo vedere a sinistra del fruitore l'Eden, che è appunto un hortus conclusus in cui appaiono i Progenitori subito dopo aver commesso il Peccato Originale, entrambi scacciati dall'Angelo, non nudi, ma con tuniche grige perché attraversati dall'ombra del peccato subito dopo che Eva ha colto la mela proibita ( altre mele sono in terra ai loro piedi ). Ora qui il significato è chiaro: Maria, raffigurata nella loggia a destra è la Nuova Eva che darà all'umanità il Nuovo Frutto , il Salvatore, tramite il quale il Primo Peccato dell'Umanità verrà riscattato attraverso la Passione e il Sacrificio cui esso sarà destinato. Il raggio di Dio, che parte dalla sua mano che vediamo in alto a sinistra, non a caso parte dall'Eden, proprio dal luogo dove è stato commesso il Peccato Originale , per giungere alla casa di Maria per generare il nuovo frutto. Ma nell'opera del Lotto il Raggio di Dio non si vede, non c'è e se pure ci fosse e arrivasse all'orecchio della Vergine in direzione della direttrice che parte da Dio, questo orecchio sarebbe comunque coperto dal velo celeste e dunque, di fatto, non sarebbe accettato. E allora? Vi è qualcosa nel dipinto che non quadra: è fatto cioè con elementi simbolici della tradizione che vengono, però, o rovesciati o negati. Bisogna dunque vederci chiaro e a questo punto guardiamo l'ultimo personaggio, quello che si contrappone fra la Vergine e l'Angelo ed è sotto la direttrice dell'ipotetico raggio divino.

Si tratta del personaggio più curioso, misterioso e interessante, il gatto.

Lorenzo Lotto, Annunciazione, part. il Gatto

E' un gatto nero tigrato, posto in mezzo alla stanza e preso, come in un'istantanea, nel momento in cui appare l'Arcangelo e Maria voltata di fronte, alle spalle del leggìo, si turba del trafelato annuncio di Gabriele. Il pittore aveva avuto un modello in marmo che Andrea Sansovino aveva voluto inserire nella sua Annunciazione del Sacello della Santa Casa a Loreto che qui vediamo sotto. Il gatto, nell'ingrandimento sotto, bianco e dal pelo liscio, si volta incuriosito a guardare ciò che sta accadendo nella stanza a fianco.



Andrea Sansovino, Annunciazione, part. il gatto




Andrea Sansovino, Annunciazione, c.1523, Santa Casa di Loreto





Ma se il gatto di Andrea Sansovino è curioso, ma anche sereno, tranquillo nella sua postazione, il gatto di Lorenzo Lotto è alquanto inquietante. Innanzitutto ci colpisce la sua posizione, con la schiena leggermente arcuata, la testa voltata, gli occhi girati in alto verso la Vergine che gli sta di fronte a lato, le zampe anteriori sollevate.   Non c'è curiosità, né sorpresa, bensì un moto improvviso di timore. Ma perché il gatto ha paura?La sua contrazione muscolare è dovuta solo ad una reazione naturale di fronte ad uno stato di pericolo, oppure il gatto nasconde qualcos'altro nel suo timore? E perché guarda con gli occhi storti la Vergine mentre inarca la schiena? L'atteggiamento ha certo un significato nascosto e più complesso di quello che a prima vista sembra. Nell'antico Egitto il felino era associato alla luna, alla dea Bastet, rappresentata con la testa di gatto. In Grecia e a Roma il gatto era associato ad Artemide-Diana e ancora alla Luna. In genera aveva carattere positivo, benefico. Nel Medioevo, invece, si diffuse la leggenda che il gatto fosse l'immagine del diavolo e che quindi avesse una connotazione negativa. Così lo definisce ad esempio San Domenico. Nel 1233 papa Gregorio IX emanò la bolla  Vox in Rama che considerava il gatto, specie se nero, incarnazione di Satana, ed incoraggiava allo sterminio. Il gatto, inoltre, venne associato alle streghe e praticare gatti o solo avvicinarli da parte di una donna era sintomo di pratiche diaboliche e stregonesche: papa Innocenzo VIII, nel 1484 emanò una bolla Summus Desiderantes Affectibus  con la quale, fra l'altro, scomunicava tutti i gatti. Le sue considerazioni sulla frequentazione dei gatti da parte delle streghe vengono riprese e liberamente interpretate, anche se in modo diverso, dal Malleus Maleficarum ( Martello delle Streghe ), degli inquisitori domenicani tedeschi Jakob Sprengen e Heinrich Insitor Kramer, che in testa all'opera riportavano la bolla contro i maghi, gli indovini e le streghe. Nel Malleus avvicinare e frequentare i gatti da parte delle donne, specie nelle notti di luna significava avere rapporti col demonio e quindi essere streghe. Anche il fatto che i gatti amavano la pulizia e che invece all'epoca di Innocenzo VIII non la si amasse e la considerasse un fatto negativo ( l'uso della scopa, alla pari del gatto, è indice diabolico perché entrambi sono associati all'idea di pulizia de da qui anche l'associazione del gatto alla strega e della strega alla scopa ). Addirittura il termine gatto ( cat in latino ) venne associato da Alano di Lilla al nome della setta eretica dei Catari ( come è noto la la vera etimologia è legata al greco kàtharos che significa puro ) accusata di usare con i gatti la pratica vergognosa dell'oscolum, il bacio nel posteriore della bestia creduta il diavolo, durante il Sabba e nella Notte di San Giovanni. Solo la Repubblica di Venezia pensò di proteggere i gatti così utili per catturare i topi dei quali la città era infestata nel Medioevo, impedendone lo sterminio anche rimandando alla leggenda mariana, per cui il felino è diretto discendente di quello che la Vergine ( Gat de la Madonna ) teneva in casa e che figliò durante la notte dell'Annunciazione . Il veneziano Lorenzo Lotto poteva conoscere questa tradizione cittadina ed essersene ricordato nel momento della composizione dell'opera. Ma, si osserva, qui il gatto non ha scoperte valenze positive e vi sono possibilità, invece, che il gatto significasse proprio la presenza del demonio. E allora l'Annuncio Divino lo coglie nel momento in cui sta guardando, con un certo sospetto Maria, come possiamo vedere qui sotto ( il felino ha gli occhi grandi e sospettosi girati a sinistra verso la Madonna e, contemporaneamente solleva le zampe anteriori e inarca la schiena ).
                    Se guardiamo bene il gatto si trova alla stessa altezza della clessidra posta sul banchetto e coperta da un pannetto scuro che lascia scorrere la sabbia dall'ampolla superiore a quella inferiore.E' come se il diavolo-spiritello o demonio, si fosse bloccato nel momento in cui il tempo è per un attimo fermo e accade di tutto: il sospetto ( ma è vergine? ) è determinato dal diabolico sguardo verso Maria  da parte del gatto; il turbamento ( ma perché me? ) è evidenziato dalla Madonna-ragazza con il gesto della conturbatio  rivolto verso lo spettatore ed estraneo all'attenzione del gatto. Gabriele, supportato dall'apparizione di Dio arriva in tempo e trafelato a portare il messaggio a Maria che apparentemente non si presta a ricevere la Grazia e il Raggio Divino fecondante emesso dalla Parola di Dio ( la parola si fece carne ) perché l'orecchio è coperto dal velo celeste. Maria non è disposta all'ascolto? L'orifizio dell'orecchio non è aperto o, meglio, non è disponibile? Il gatto-demonio sottolinea, con la sua presenza inquietante, una situazione ambivalente: da una parte sembra assecondare il sospetto e l'impossibilità, dall'altra si spaventa e lascia che il fatto si compia. E allora la mano di Dio non è una mano offerente ( o per lo meno non solo ), bensì è una mano minacciosa, rivolta verso il gatto-demonio. Vi sono aspetti che ci fanno pensare che Lorenzo presenti caratteri poco allineati con l'ortodossia e che sia, invece e non poco, sfiorato dall'eresia. Non abbiamo molte certezze documentarie al riguardo ( nel Libro di spese del 1540 si fa cenno di due ritrattini di Martin Lutero da fare per un suo amico ), sappiamo che, comunque, durante il periodo che va dal 1525 al 1540, Lorenzo ha a che fare con movimenti ereticali e che a Venezia, proprio nel 1540 ( quando è di nuovo a Venezia presso il nipote Mario d'Armano ) , erano stati condannati dall'Inquisizione i suoi amici gioiellieri Antonio e Vittore Caravia. Allo stesso modo, la città lagunare, quando Lotto vi si trova, nel 1525 ( alloggia presso il convento domenicano dei SS.Giovanni e Paolo ) , è scossa dai turbamenti dello scontro fra il Senato e il Papa, fra indipendenza e controllo romano, è attraversata da correnti ereticali e dalla diffusione delle parole di Martin Lutero, allo stesso modo vi operano predicatori non proprio ortodossi come fra Agostino, condannato dall'Inquisizione o come l'Ochino, che subì la stessa sorte. Il carattere ribelle e poco incline a compromessi, malinconico e solitario del pittore, può aver assorbito questi turbamenti e può averli fatti propri. In ogni caso, di fronte all'Annunciazione di Recanati non possiamo essere del tutto indifferenti e neutri: essa qualcosa vuole dirci: nel momento in cui il tempo che scorre lento nella clessidra coperta si ferma, il miracolo si genera in un clima per nulla tranquillo. Il demonio incarnato nel corpo del gatto attiva il sospetto che viene si neutralizzato, allontanato, sconfitto, ma che comunque c'è e lascia la sua ombra come una macchia ( sotto il ventre del gatto-diavolo )  mettendoci di fronte a qualcosa di allarmante, di inquietante allo stesso tempo e poco ci conforta il fatto che alla fine tutto si compia secondo la Scrittura.
 





File:Lorenzo Lotto 066.jpg
Lorenzo Lotto, Annunciazione , Villa Coloredo, Recanati
Bibliografia
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Vangeli apocrifi





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