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domenica 8 dicembre 2013

L'ombra di Cristo



                                       L'OMBRA DI CRISTO

                                                         Annunciazione

                      Filippo Lippi, 1440c. tempera su legno, due pannelli uniti. Frick collection, New York


Filippo Lippi, Annunciazione,1440c, Frick collection, New York
                                                                 
        L' Annunciazione di Fillippo Lippi alla Frick collection di New York è composta da due pannelli di legno dipinti a tempera, riuniti dagli organizzatori della Collezione Frick, ma che non si sa come fossero disposti in origine dal pittore anche se, a guardare bene, questa sembra essere la disposizione più logica e coerente, rispondente allo schema iconografico di base delle annunciazioni quattrocentesche che per lo più dividono, con una colonna ( o un pilastrino ) , lo spazio dell'Angelo annunciante da quello della Vergine annunciata. In suo interessantissimo studio sulla storia dell' ombra, del 1997, lo storico dell'arte rumeno Victor I. Stoichita, ha posto l'attenzione sull'ombra alle spalle della Vergine come icona del Cristo che si fa carne nel ventre di Maria subito dopo l'annuncio di Gabriele e l'intervento dello Spirito Santo sotto forma di una colomba che proietta la luce di Dio che a sua volta genera l'ombra-icona di Cristo. L'idea teologico-simbolica dell'ombra che si fa carne, nasce dal Vangelo secondo Luca : dopo aver annunciato a Maria che avrà un figlio e aver sconvolto la sua tranquillità domestica, Gabriele si rivolge così alla Vergine: " Lo Spirito Santo  scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio" ( Lc. 1, 26-38 ). Come ricorda lo studioso rumeno, la parola ombra ( ombrare ), al di là dell'originale greco (espiskiazein ) e della traduzione latina ( obumbrare ), ha una storia più antica nella lingua semitica, in cui ombra , in qualità di oggetto, ha una sua proprietà magica, una capacità  fecondatrice. La virtù prodigiosa che è propria di Dio, ha, negli Atti degli Apostoli, sottolinea Stoichita, lo stesso termine ( episkiazo ), per cui è Dio con la sua virtù prodigiosa , secondo questa concezione, " a mettere incinta Maria "( Breve storia dell'ombra, 2008, p. 64 ). Nella precedente lettura , in cui abbiamo analizzato l' Annunciazione domestica di Lorenzo Lotto, abbiamo accennato alla leggenda medievale secondo la quale Maria viene fecondata dal Verbo che si fa Carne attraverso il condotto auricolare: la proprietà fecondante dello Spirito Santo, non potendo passare per l'ovidotto vaginale a causa della verginità di Maria. Qui invece abbiamo un'altra soluzione ( l' Annunciazione si presenta a tante interpretazioni iconologiche ) : l'ombra prodotta dal raggio di luce dello Spirito Santo attraversa Maria, senza intaccare la sua verginità e si fa Carne, diventa Cristo, il figlio di Dio. Ombra, ha anche un altro significato, più pudica di quella dell'ombra fecondante, ha cioè il valore di protezione; si dice ancora "prendere qualcuno sotto la propria ombra " . Infine abbiamo un'interpretazione neoplatonica dell'ombra, attribuita a Filone di Alessandria e a Teofilo: " il verbo 'episkiazo' starebbe a designare un'attività non dissimile da quella di forgiatore di immagini. Le parole dell'angelo avrebbero, quindi voluto dire che Dio formerà nel ventre della Vergine l' "ombra" ( cioè una prima immagine allo stato embrionale ) di se stesso : il Cristo " ( Stoichita, 2008, p.65 ). Nella versione apocrifa dell'Annunciazione ( nel Medioevo circolavano molti vangeli apocrifi e se ne trovano anche negli inventari delle robe  delle botteghe di pittura ), si tendeva a dare delle risposte di particolare presa e suggestione su chi legge, unendo l'idea della fecondazione attraverso l'orecchio all'idea dell'ombra: " Grazie al saluto dell'angelo/Cristo entrò attraverso l'orecchio destro,/ e lì si fece ombra." ( ibidem, p.65 ). Guardiamo dunque la nostra immagine. La scena è ambientata all'interno di una stanza quadrangolare con tetto a botte e vele d'imposta, divisa da una colonna centrale ( il fronte esterno della stanza è formato da tre colonne ) che separa il campo dell'Angelo annunciante da quello della Vergine annunciata. La colonna, in sé, ha come valore simbolico quello del concepimento virginale in quanto divide due spazi interponendosi fra loro, ma serve anche a separare la Vergine dall'Angelo, in quanto essi non possono venire a contatto, non solo perché appartenenti al campo del divino e a quello dell'umano, ma anche perché l' Angelo è il portatore del messaggio del concepimento. In molte annunciazioni la colonna o un pilastro separano l'Angelo dalla Vergine. Però c'è un' Annunciazione dello stesso Filippo Lippi, in cui l' Angelo si trova nello spazio della Vergine, a destra. Mentre a sinistra ci sono altri due angeli che hanno la funzione di testimoni: uno, più avanti, guarda verso i fruitori e uno, più indietro, guarda verso Maria, anzi, verso il ventre di Maria che è, a causa della torsione del corso sorpreso dall'annuncio, mostra il ventre già gonfio. Si tratta di una pala d'altare, della cosiddetta Annunciazione Martelli, che si trova nella Cappella Martelli della chiesa di S. Lorenzo a Firenze.

Filippo Lippi, Annunciazione, 1440c., Cappella Martelli, Basilica di S. Lorenzo, Firenze
E' un'invasione dell'Angelo nello spazio della Vergine, ma il simbolo del concepimento verginale se non è determinato dalla colonna ( ma nella Annunciazione della Galleria dell'Accademia, sempre di fra Filippo Lippi, che è portato ad apportare sempre varianti all'iconografia, sul davanti non ci sono colonne, anche se le colonne sono sul fondo nella loggia; anche qui, comunque, l'Angelo occupa lo spazio delegato alla Vergine ) separante è indicato da un altro simbolo: lo vediamo qui sopra. Si tratta di un vaso di vetro trasparente a collo lungo riempito di un liquido chiaro collocato in una piccola rientranza o nicchia, ad una quota più bassa del pavimento, inserita nel gradino. Il simbolo è chiarissimo: così come la luce può attraversare il vetro del vaso senza intaccarlo minimamente, allo stesso modo il raggio di luce dello Spirito Santo ( la colomba in volo la vediamo a sinistra sopra le teste dei due angeli ) può attraversare la verginità di Maria senza intaccare il suo imene. Ma torniamo al dittico di New York . L' Angelo e Maria si trovano in due spazi di grandezza uguale e quindi simmetrici, a sinistra lo spazio è scuro ( grigio-scuro ), presenta il carattere dell'ombra, mentre a destra, lo spazio è chiaro, luminoso e la parete è bianca ( con indicazione simbolica ancora una volta alla purezza e verginità di Maria ). Tanto l'Angelo, quanto la Madonna ha un'ombra. Più leggera quella dell'Angelo che esiste in quanto l'angelo è una presenza concreta nel senso che Maria lo vede veramente, non è una presenza metafisica, un sogno. L'ombra si tiene prudentemente a distanza dalla Vergine in quanto la Vergine è inviolabile e non può essere né violata né sfiorata; in questo senso non viene usata l'ombra fecondante, lo spazio davanti alla Vergine è vuoto e chiaro. Fra Filippo vuole evitare la soluzione più imbarazzante e cercare di rimanere entro la parola evangelica tradizionalmente intesa. A destra abbiamo Maria in una posizione di humiliatione , con la colomba dello Spirito Santo che mostra, come se uscisse dal becco, il raggio dorato di luce ( o raggio fecondante di Dio Padre  ) che è posizionato in direzione del ventre della Vergine. Ora, vediamo alle spalle di quest'ultima, proiettata sulla parete un'ombra. Secondo Stoichita nel dittico viene rappresentato il momento in cui l'Angelo pronuncia la frase: " la presenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra ". Seguendo lo studioso rumeno possiamo dire che a questo punto nella scena viene a determinarsi un'inversione: l'ombra proiettata dell'Angelo resta chiara e lontana dalla Vergine, mentre l'ombra portata ( o ombra illuminata ) , che vediamo dietro di lei, rimanda all'ombra del Signore che si stende sopra ( ombra protettiva ) o dentro di lei ( l'ombra di Cristo ). La scena insomma è quella del compimento della incarnazione, quando l'ombra di Cristo si fa, appunto carne. Non è un prima ( non vi sono oggetti come il libro sul leggio, la Vergine non è occupata in qualche attività  ) è un durante: la Vergine ha accettato di essere Madre di Dio, ha aperto il mantello ( che infatti si vede scostato sulla veste azzurra ), ha messo a disposizione il suo ventre. Stoichita ha individuato il richiamo iconografico più immediato del dittico di New York, si tratta di un'opera fiamminga ( il pittore aveva conosciuto i fiamminghi durante il suo soggiorno padovano, quando lavorò nella Basilica del Santo ) di Jan van Eyk, l'Annunciazione, un dittico di due tavole ad olio in grisaille con cornici di pietra che aveva il compito di fingere, attraverso la composizione prospettica e l'uso accorto della distribuzione della luce e delle ombre portate, i volumi della scultura.



Jan van Eyk, Annunciazione, 1440c , Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
          Come possiamo vedere le finte sculture portano l'ombra sulla parete di pietra, a sinistra l'Angelo e, a destra, Maria. Qui, come sottolinea Stoichita, la funzione dell'ombra è diversa, è solo quella, di creare l'illusione di un blocco scolpito di marmo che, interponendosi alla luce, crea appunto l'ombra. Insomma qui si tratta di statue, mentre nel dittico di Filippo ci sono i protagonisti della Storia Sacra.
           Nella sua Legenda Aurea Jacopo da Varazze ( o da Varagine ), fornisce alcune spiegazioni sulla concezione dell'ombra in relazione all'episodio evangelico dell'Annunciazione. Innanzitutto è chiaro che" l'ombra si genera dalla luce e da un corpo interposto" e " la Vergine- come anche un uomo puro-non poteva accogliere la pienezza della divinità, ma si dice appunto" la potenza dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra"perché su di lei l'incorporea luce della divinità prendesse il corpo dell'umanità, e così potesse Dio subire la passione". Jacopo, più avanti, chiama in causa l'autorità di S. Bernardo per rendere più chiaro il concetto: " Poiché Dio è spirito, noi invece ombra del suo corpo, egli si adattò a noi, affinché attraverso l'oggetto interposto della carne che dà vita, noi potessimo vedere il verbo nella carne, il sole attraverso la nube, il lume nel vaso, il cero nella lanterna" . Importante la considerazione teologica di S. Bernardo secondo cui "Dio è spirito" ( dunque invisibile ), noi "invece ombra del suo corpo" ( dunque visibili per mezzo di Lui, in quanto fatti ad immagine e somiglianza di Dio ) e il fatto che egli si adattò a noi ( quindi anche a Maria ), affinché"attraverso l'oggetto interposto della carne che dà la vita", noi potessimo "vedere il verbo nella carne" ( cioè attraverso la carne che nasce nel seno di Maria, noi potessimo vedere la parola di Dio fatta carne ). Ed importante sono anche i paragoni visivi fatti, come " il lume nel vaso" o " il sole attraverso la nube". E a tal proposito, come ulteriore simbolismo, ci viene a mente il vaso di vetro con il riflesso di luce nell' Annunciazione di Filippo Lippi nella Pala di S. Lorenzo, che abbiamo mostrato sopra. Ma S. Bernardo, riporta Jacopo da Varagine, ha anche altra spiegazione " il modo in cui concepirai si Spirito Santo, Cristo, la potenza di Dio volle nel suo imperscrutabile giudizio nasconderlo coprendolo con l'ombra". Per cui " ti coprirà della sua ombra" bisogna intenderlo " nel senso di " ti coprirà dal violento calore dei vizi " . Il valore dell'ombra è qui, molto ben chiarito, protettivo: l'ombra, in grado di ridurre il calore solare, metaforicamente indica la protezione di Dio dai caldi vizi della vita umana. Tutte queste indicazioni andrebbero analizzate sul piano iconologico, in quanto l'opera di Jacopo era un libro spesso presente in tutte le botteghe d'arte come dimostrano inventari e libri di artisti.
           In un'altra opera l'ombra è piuttosto esplicita nei rapporti figurali di Angelo e Vergine. Si tratta dell'Annunciazione di Pietro Perugino, del 1488-1490, nella chiesa di S. Maria Nuova di Fano.


File:Pietro Perugino cat23.jpg
Pietro Perugino, Annunciazione, 1488-1490, Chiesa di S. Maria Nuova, Fano





         Qui non abbiamo un stanza chiusa, bensì un padiglione in un luogo aperto o, meglio, un portico a quattro arcate per lato, aperto sul paesaggio umbro. Al centro vediamo un'ara cubica giallastra con posato sopra un libro che prima stava leggendo Maria, mentre i due personaggi della storia, secondo dislocazione tradizionale, sono l'Angelo inginocchiato con il giglio a sinistra, e la Madonna in piedi con una tunica rossa ( che indica la futura passione di Cristo e dunque è sotto ) e una sopraveste azzurra ( che indica il cielo e dunque è sopra ) a destra. In volo, bianca, a poca distanza dalla Vergine, è la colomba dello Spirito Santo in una direttrice alta ( non corrisponde al ventre in basso, ma, secondo tradizione, all'orecchio ). In alto al centro in collocazione straniante e metaforica è il disco dorato circondato da teste d'angeli con al centro di esso la figura di Dio Padre che regge in mano ancora un oggetto circolare, il mondo. Dio guarda la Madonna dall'alto e, naturalmente, rispetto alla Vergine, ha una funzione protettiva e generante. Le due ombre che vediamo in basso sono generate da due corpi opachi che si frappongono dalla luce che viene dall'esterno. Si tratta certo di una luce fisica, solare, però, nulla vieta di pensare che vi possa essere anche un indice simbolico: l'ombra dell'Angelo anche qui non tocca Maria ( il suo piede nudo è fuori da essa, anzi è retratto da essa, dopo che la Vergine ha ascoltato l'annuncio dell'Angelo ed è rimasta sorpresa ), mentre i due piedi della Vergine, notiamo, sono entrambi sull'ombra distaccata dal corpo di Maria stessa a destra sul pavimento. Il passo evangelico e le spiegazioni teologiche di S. Bernardo e le illustrazioni di Jacopo da Varagine, come per Filippo Lippi, hanno importanza anche per il Perugino.
           L'assenza totale di ombra ( o solo un piccolo accenno ad essa ) di fronte alla prevalenza assoluta della luce è invece nelle Annunciazioni del Beato Angelico per il quale Dio è essenzialmente claritas, "circonfuso di luce" come si esprime  S.Tommaso; Dio è armonia, ordine, brillantezza, bellezza, purezza. La parola di Dio ha creato la luce e ha disperso le tenebre, allo stesso modo la parola di Dio, il logos, annuncia a Maria la venuta della nuova luce, Cristo, che scaccia l'ombra nera del peccato.

Beato Angelico, Annunciazione, 1438-1446, affresco del corridoio settentrionale, Convento di S. Marco, Firenze
           Come si può vedere sulla parete alle spalle della Madonna non vi è alcuna ombra, né l'angelo mostra di averne una ( almeno essa non è messa in particolare rilievo ); quello che domina lo spazio del portico, spartito secondo tradizione, dalla colonna che separa l'Angelo da Maria, è la luce, una grande luce senza ombre quella che vediamo a livello dei personaggi. Ci sono, invece le ombre generate dalla interposizione di un corpo solido con la luce fisica ( quelle, sottili peraltro ) delle colonne o quelle raccolte in uno spazio alto e angusto dominato dalle arcate e dalle vele del soffitto della loggia; quelle, cioè che non coinvolgono il messaggio evangelico e le questioni teologiche. Tuttavia anche l'Angelico, così ricco di luce e di bellezza ( si pensi alle ali dell'angelo qui sopra ), ha considerato anche il passo dell'ombra , forse in modo meno esplicito che in Filippo Lippi, ma allo stesso modo secondo la stessa, a mio avviso, interpretazione evangelica. E' il caso dell' Annunciazione affrescata nella Cella 3 del Convento di S. Marco a Firenze.

Beato Angelico, Annunciazione, Cella 3, Convento di S. Marco, Firenze




           Come possiamo vedere, la Vergine è seduta su di uno sgabello in gesto di humiliatione ; alle sue spalle vediamo l'ombra non diversa da quella che si vede nell'opera di Filippo Lippi, anche se meno netta, forse anche a causa della grande luce che vi è nella cella dove la scena è ambientata. Dio si manifesta alla presenza di S. Domenico a sinistra, patrono dell' Ordine a cui apparteneva Frà Angelico, con una grande luce occulta che proviene da una fonte che non si vede.Secondo Agostino, De genis ad litteram, in Luce, EAM, 1997 ) il Verbo di Dio ( l'Annuncio a Maria ) è vera luce ed è vita. E' dunque il Verbo-luce che dà la vita. Ma per ri-velarsi agli uomini, che sono ombra di dio, il Verbo-luce deve passare attraverso un corpo umano ( il corpo di Maria ) e dentro il corpo di Maria ( dove l'ombra si fa carne, cioè determina la nascita di un nuovo corpo ). L'ombra sulla parete allude dunque anche in fra Angelico, come in fra Filippo, all'ombra di Dio-Cristo e dunque all'incarnazione mediante l'oumbrare.

Bibliografia

Victor I. Stoichita, Breve storia dell'ombra, Milano, Saggiatore, 2008
Ghidoli A. Annunciazione, Enciclopedia dell'Arte medievale, Treccani. it. 1997
Zuffi S. Il Quattrocento, Milano, Electa, 2004
Marchini G. Filippo Lippi, Milano, Electa, 1975
Mannini M. Pia e Fagioli Marco, Filippo Lippi. Catalogo completo dei dipinti, Firenze,1997
Vescovini Federici G. Luce, Enciclopedia dell'Arte medievale, Treccani.it, 1997
Wikipedia, Filippo Lippi, Beato Angelico. Annunciazione iconografia.














 
          

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